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Affordable housing: dalle parole ai fatti

Redazione GHV 2025-12-03

L’affordable housing - termine che può essere reso in italiano con “soluzioni abitative accessibili” - è passato dall’essere un tema emergenziale a diventare una vera e propria questione strutturale che incide su competitività, attrattività e qualità della vita nelle città italiane.

Dal tavolo intitolato “Housing. From Talk to Action”, organizzato in occasione di Utopian Hours 2025 (il più importante festival internazionale in materia di city making), è emerso in modo chiaro come pubblico, privato e filiera edilizia debbano oggi superare barriere operative e culturali per costruire un’offerta realmente accessibile.

Modelli ibridi, partnership strategiche e strumenti finanziari innovativi stanno già mostrando risultati concreti in Italia e all’estero.

In questo scenario, Gabetti Home Value si pone come attore chiave nel trasformare visioni in progetti, contribuendo alla creazione di nuove costruzioni e soluzioni abitative capaci di rispondere alle esigenze reali delle città e delle persone.

Housing accessibile: un problema strutturale, non episodico

«Circa il 5% del territorio italiano ospita quasi il 70% della popolazione». Con queste parole, Enrico Cestari (Gabetti Agency / Gabetti Home Value) ha introdotto uno dei temi centrali del tavolo di lavoro organizzato durante Utopian Hours 2025: la crescente difficoltà di accesso alla casa non riguarda più solo Milano o Roma, ma coinvolge un’ampia rete di città medie come Parma, Trento, Rovereto.

I contributi condivisi da oltre trenta rappresentanti del mondo istituzionale, urbano, imprenditoriale e finanziario convergono su un punto: l’housing accessibile è oggi una delle principali criticità del sistema urbano italiano.

In particolare, il disallineamento tra redditi, dinamiche di mercato e disponibilità abitativa colpisce:

  • lavoratori e professionisti che faticano a trovare alloggi vicini ai poli produttivi;
  • studenti fuori sede in città universitarie sempre più congestionate;
  • giovani famiglie che cercano soluzioni sostenibili e di qualità;
  • persone che si spostano per studio, lavoro o necessità familiari.

Il problema non è quindi emergenziale, quanto piuttosto strutturale, con effetti diretti sulla competitività territoriale, l’attrattività dei talenti, la mobilità sociale e la qualità della vita urbana.

A questa complessità si aggiunge una distanza evidente tra i tempi decisionali del settore pubblico e le esigenze del settore privato: i primi sono inevitabilmente lunghi e regolati da iter stratificati, i secondi richiedono certezze rapide per attivare capitali, avviare progetti e immettere nuova offerta sul mercato. Questo disallineamento, oggi, rappresenta uno dei principali freni all’housing accessibile.

Modelli ibridi, strumenti innovativi e nuove alleanze: dove nascono le soluzioni

Nonostante le criticità emerse, dal tavolo di Utopian Hours 2025 si possono trarre anche dei segnali concreti e replicabili. In Italia e in Europa sono infatti già attivi alcuni modelli capaci di attirare investimenti e generare impatti positivi sulle comunità.

Ecco di seguito alcuni dei modelli tra quelli più citati.

  • L’affitto civico del Comune di Bologna, un esempio di come il settore pubblico possa attivare housing accessibile attraverso partnership e strumenti agili.
  • Il Parma Housing Center, una fondazione indipendente che funge da catalizzatore tra istituzioni, privati e territorio, accelerando processi e iniziative.
  • I progetti di rigenerazione di ATM Milano, che mostrano come il patrimonio pubblico in disuso possa essere trasformato in nuove opportunità residenziali.
  • Le housing associations scozzesi, modelli consolidati di gestione collaborativa e responsabilizzazione dei territori.

Queste esperienze dimostrano che:

  • le formule ibride funzionano, soprattutto dove le competenze del privato incontrano la visione del pubblico;
  • le garanzie strutturate possono ridurre il rischio, favorendo il coinvolgimento di fondi e operatori istituzionali;
  • i progetti diventano più robusti quando integrano housing, servizi, comunità energetiche, mobilità, welfare e economie locali.

L’housing accessibile, quindi, non riguarda esclusivamente l’alloggio, ma anche ecosistemi territoriali capaci di generare valore sociale ed economico nel tempo. Investire in accessibilità significa rafforzare le città, rendendole più competitive, supportare imprese più attrattive e creare comunità urbane più resilienti.

Il contributo di Gabetti Home Value: dal dato alla trasformazione del mercato

In questo scenario, Gabetti Home Value assume un ruolo rilevante come facilitatore, una realtà che fa efficacemente da ponte tra esigenze urbane, operatori privati e obiettivi pubblici.

L’esperienza maturata nella valorizzazione e commercializzazione di nuove costruzioni e sviluppi immobiliari colloca infatti Gabetti Home Value nella posizione ideale per trasformare idee e visioni in interventi concreti.

Ogni giorno, la nostra attività ci mette di fronte a:

  • nuove esigenze delle città e dei territori;
  • nuovi target abitativi sempre più diversificati;
  • dinamiche economiche e sociali in evoluzione;
  • necessità di supporto da parte di sviluppatori, fondi, imprese e pubbliche amministrazioni nella definizione di modelli abitativi sostenibili e replicabili.

Il nostro contributo si inserisce esattamente dove il tavolo di Utopian Hours invita ad agire: nello spazio di incontro tra visione e realizzazione. Non servono miracoli, ma visione, pragmatismo e il coraggio di agire insieme.

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